Il perfezionismo

Come ha scritto Voltaire: il meglio è nemico del bene.

Elaborare il piano perfetto è spesso il modo migliore per impantanarsi: ci impegniamo allo stremo delle forze per sapere qual è il modo migliore per agire… E ci accorgiamo che per agire nel modo migliore ci manca ancora qualcosa da mettere a punto.

L’agire aspetta i nostri nuovi approfondimenti: siamo così concentrati a trovare il modo migliore di fare le cose, che alla fine non prendiamo l’iniziativa e finiamo col non farle.

È la differenza tra progettare e fare.

La progettazione è utile, anzi necessaria.

Ma se la progettazione si pone come obiettivo la perfezione, si traduce nell’immobilismo.

Se voglio mettermi in forma, aspetto lunedì, ma se poi martedì sono invitato a cena fuori aspetto mercoledì Ma poi penso, vale la pena cominciare il mercoledì? O è meglio aspettare il prossimo lunedì?,

Se voglio imparare a suonare la chitarra devo scegliere con cura lo strumento da acquistare, perché potrebbe essere determinante per i miei progressi.

Occorre passare all’azione. Il più velocemente possibile.

Non bisogna aspettare necessariamente il migliore momento, le migliori attrezzature, i migliori supporti.

L’idea è abbozzata e ho degli strumenti di sufficiente efficacia: fare è il modo migliore per andare avanti e per verificare in itinere  l’efficacia degli strumenti predisposti.

Il noto fotografo Jerry Ueslsman in un suo corso all’Università della Florida divise i suoi allievi in due gruppi: il gruppo quantitativo e il gruppo qualitativo.

Il primo gruppo (quello quantitativo) avrebbe dovuto fare tante fotografie e avrebbe avuto valutazioni proporzionali al numero di fotografie prodotte. Il gruppo qualitativo doveva solo produrre foto di qualità, senza alcun vincolo quantitativo.

Chi realizzò le migliori fotografie? Stranamente il gruppo quantitativo, che avrebbe dovuto solo produrre un gran numero di foto.

Gli studenti del gruppo quantitativo avevano scattato migliaia di fotografie imparando da ogni scatto, individuando modalità per migliorare le foto, scatto dopo scatto.

Ta gli studenti del gruppo “qualitativo”, invece, aveva prevalso la riflessione, il pensiero su come cominciare a scattare foto perfette senza arrivare a nulla di più che a mediocri scatti.

Avviare l’azione il prima possibile, da un lato, consente di sperimentare le modalità di azione e metterle a punto e dall’altro di maturare abitudini operative.